Dal 9 dicembre 2024
LA RACCOLTA FONDI COOP A SOSTEGNO DI UNHCR
Coop sostiene concretamente la popolazione civile nelle principali zone di guerra con una donazione di 200 mila euro a UNHCR e con una raccolta fondi. Dona anche tu
Nei 56 paesi attualmente in guerra arrivano sempre più armi e sempre meno aiuti. Tutto questo non serve ai 123 milioni di persone in fuga o in stato di grave necessità.
Coop sostiene concretamente la popolazione civile nelle principali zone di guerra con una donazione di 200 mila euro a UNHCR e con una raccolta fondi per sostenere, tra gli altri, Libano, Ucraina, Sudan e Gaza tramite la Mezzaluna Rossa egiziana.
Dona anche tu.
IBAN IT 43 D050 1802 8000 0002 0000 579
Raccolta fondi attiva fino al 9 gennaio.
È un fatto inoppugnabile, davanti agli occhi di tutti noi: nel mondo la guerra avanza e la via della pace si fa sempre più stretta. Da tempo lo ripete anche papa Bergoglio, secondo il quale il mondo sta vivendo una terza guerra mondiale a pezzi che è ormai un vero conflitto globale. A quasi ottant’anni dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, il disegno di un mondo fondato sulla giustizia e sulla pace sembra dimenticato: se oggi, nell’immediato, pare non esserci una soluzione alle guerre, ciò che sappiamo è che, nei 160 conflitti più rilevanti che il Pianeta ha vissuto dopo la fine della Seconda guerra mondiale – con un costo di oltre 25 milioni di vite umane – la percentuale di vittime civili si aggira costantemente intorno al 90% del totale.
Proprio a loro, ai civili che vivono in zone di guerra particolarmente critiche, è dedicata la campagna natalizia promossa dal mondo Coop per sostenere l’Unhcr, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati che, dal 1950, protegge e assiste le persone costrette a fuggire a causa di guerre e persecuzioni.
I fondi raccolti con la campagna permetteranno di acquistare kit di aiuti umanitari di emergenza destinati alla popolazione in Libano, Sudan, Ucraina e Gaza, attraverso la Mezzaluna Rossa Egiziana. Quattro contesti di guerra apparentemente diversi, ma uniti da un filo rosso, come spiega Raffaele Crocco, direttore dell’“Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo”, arrivato quest’anno alla sua dodicesima edizione: «Sono quattro guerre riscoppiate ora, ma che riportano a galla conflitti antichi: quello arabo-israeliano, che dura da decenni e mai risolto, che oggi coinvolge di nuovo, ancora una volta, il Libano; quello in Sudan, una guerra antichissima che si è sviluppata in più fasi e in modi differenziati, che oggi ha raggiunto un livello di violenza estremo. Anche la guerra in Ucraina, in apparenza scoppiata nel 2022, di fatto è iniziata fra il 2013 e il 2014. Sono guerre legate da un filo rosso poderoso: la polarizzazione dello scontro fra i Paesi del blocco filoamericano e quelli antagonisti, i Brics, che sostanzialmente fanno capo alla Cina. I quattro teatri di guerra citati, pur con le loro specificità, sono arene di confronto fra questi blocchi».
SULLA LINEA DEL TEMPO Dal 2009, primo anno di pubblicazione dell’“Atlante”, a oggi, è cambiato lo scenario globale e, con esso, i numeri della guerra: «Nel 2009 vivevamo un breve, felice periodo in cui la cooperazione internazionale sembrava un elemento vincente, con una spesa militare in forte calo, l’avanzamento della democrazia in molti Paesi, un aumento diffuso del reddito pro-capite e la geografia della fame in miglioramento. Il 2012 segna l’anno di svolta, con il riacutizzarsi dello scontro fra blocchi, un confronto sempre più muscolare fra potenze e la crescita della spesa militare che, nel 2023, è arrivata a 2.443 miliardi di dollari nel mondo, a fronte di una drastica riduzione delle spese per la cooperazione».
Numeri che producono effetti sulla vita di milioni di persone, con guerre lontane e diverse ma simili fra loro, per l’escalation di violenza rispetto ai civili, sottolinea Crocco: «La guerra sta ridisegnando gli equilibri mondiali e il destino dei popoli: dal 2000 a oggi siamo passati da 20 a quasi 130 milioni di profughi nel mondo entro la fine dell’anno, quindi un abitante ogni 80 nel mondo è profugo, in fuga dalla guerra e dall’emergenza climatica, l’altro grande tema che è spesso ragione di conflitto».
L’AZIONE DI UNHCR Garantire la vita anche in guerra, proteggere chi fugge fornendo aiuti salvavita: l’accesso a un Paese sicuro, acqua e cibo, un riparo, le prime cure, servizi igienici e assistenza economica. Questo fa da sempre l’Unhcr, che ha lanciato un appello al mondo Coop, in uno scenario di crescente instabilità, violenza globale e riduzione dei finanziamenti alle organizzazioni umanitarie, spiega Giovanna Li Perni, responsabile di Unhcr Italia per la raccolta fondi delle aziende: «Nel 2023 l’Agenzia ha affrontato l’anno più impegnativo dell’ultimo decennio, con 43 dichiarazioni di emergenza, l’invio di 7,4 milioni di beni di prima necessita, per aiutare oltre 16 milioni di persone in tutto il mondo. Con il riaccendersi del conflitto in Medio Oriente, il quadro si fa ancora più grave e l’appello alla solidarietà e al sostegno globale risuona più forte che mai. Alla nostra chiamata ha risposto il mondo Coop che, con la campagna natalizia, ci permetterà di intensificare l’aiuto a chi fugge dalle guerre in quattro aree particolarmente critiche fra le tante in conflitto».
GUERRA SENZA REGOLE Guerre diverse, ma simili, per le caratteristiche del conflitto e l’aumento della violenza rispetto ai civili, continua Li Perni: «Queste quattro aree sono un esempio che ci porta tutti i giorni sotto gli occhi la globalità della sofferenza umana. L’appello è per queste guerre e per tutti i conflitti nel mondo che, negli ultimi anni, si sono fatti più cruenti: per la forza particolarmente distruttiva delle armi e perché sono saltate tutte le regole che la comunità internazionale si era data. Fra queste, voglio ricordare l’obbligo di distinguere fra combattenti e persone comuni che non possono essere obiettivo militare, e l’obbligo di prendere tutte le precauzioni possibili per proteggere la popolazione e i beni civili dagli effetti degli attacchi. Di fronte a guerre che prevaricano qualsiasi diritto umano, l’unica possibilità è la fuga. In condizioni di rischio estremo, dove registriamo vittime anche fra gli operatori umanitari, il nostro lavoro è ancora più fondamentale».
RISPOSTE IN 72 ORE Un’azione, quella di Unhcr, che conta su una catena di approvvigionamento e una logistica in grado di assicurare una risposta ai bisogni immediati di 1 milione di persone in 72 ore dallo scoppio di un’emergenza, afferma Li Perni: «Grazie alle donazioni di soci e clienti Coop, tante persone che hanno perso tutto a causa di un conflitto riceveranno aiuti preziosi per affrontare il momento più difficile della loro vita: famiglie libanesi e ucraine riceveranno beni essenziali per affrontare l’inverno freddissimo che le attende, famiglie sudanesi avranno una tenda sotto la quale poter dormire, la popolazione di Gaza riceverà beni di prima necessità. Ma anche perché - conclude Li Perni - queste donazioni, che partono dall’Italia e arrivano lontano, aumentano la speranza di chi è lontano da casa di non essere stato dimenticato, di poter avere un futuro grazie alla solidarietà di persone unite dal senso di comune appartenenza all’umanità».
IL PIANO DEI SOCCORSI SU PIÙ FRONTI Unhcr utilizzerà i fondi raccolti per intensificare l’aiuto alla popolazione su quattro fronti.
- Libano: per ogni famiglia un kit di aiuti composto da 5 coperte, 5 materassini, 5 materassi, una tanica per l’acqua, una lampada solare, un set da cucina
- Sudan: acquisto di tende per le famiglie sfollate
- Ucraina: contributo economico per famiglia per le spese per cibo, medicine, affitto
- Gaza: acqua, vestiti, coperte, taniche e materassi
ECCO COME DONARE Dal 9 dicembre al 9 gennaio è possibile contribuire alla raccolta fondi promossa da Coop donando sulla piattaforma Eppela o con bonifico bancario con causale Coop for Refugees: questi gli estremi del conto dedicato e intestato a Coop Italia: Banca Etica, filiale di Firenze, IBAN: IT43 D050 1802 8000 0002 0000 579