L’APPELLO PER L’EDUCAZIONE ALIMENTARE NELLE SCUOLE

02/09/2024

L’appello di Carlo Petrini, fondatore di Slow Food: l’educazione alimentare diventi un insegnamento in tutte le scuole. Solo riconnettendoci a quello che mangiamo potremo coltivare il bene comune e avviare la nuova era della transizione ecologica 

Grazie alla rivoluzione industriale, gli ultimi tre secoli sono stati caratterizzati da un progresso economico e sociale che non ha paragoni nella storia. Intere società, quella occidentale in primis, hanno raggiunto in breve tempo alti livelli di benessere, educazione, democrazia e salute. Allo stesso tempo però, molti pilastri su cui è basata la cultura del profitto hanno fatto il loro tempo, diventando obsoleti e dannosi per l’intera umanità. 

Anche il cibo ha un impatto

Mi riferisco a due aspetti in particolare: all’assunto che le risorse naturali siano infinite; e alla ricerca costante, propria delle economie di scala basate sulla standardizzazione, di minimizzare i costi. Se per il primo è ormai palese – sebbene in molti non vogliano ancora capire – che la Natura ha i suoi tempi e siamo noi a doverli rispettare. Il secondo aspetto è in grado di generare, sotto molti punti di vista, delle esternalità negative che spesso non sappiamo a cosa imputare.
Questa premessa per dire che la logica neoliberista, imperante in Occidente da almeno 40 anni, ci ha portato a conoscere il prezzo di tutto, diseducandoci però sul vero valore di molti beni, anche primari. L’allontanamento delle società dalla produzione e dalla trasformazione del cibo, per esempio, ha interrotto quella naturale trasmissione di saperi che fino a pochi decenni fa avveniva all’interno delle mura domestiche. Le conoscenze che ogni bambino apprendeva su cosa e come mangiare passavano in maniera naturale di madre in figlia, di padre in figlio. 

Questo distacco dagli alimenti, e quindi dagli ecosistemi in cui noi stessi viviamo, si manifesta anche nell’impatto che essi giocano sul cambiamento climatico: il 37% delle emissioni di gas climalteranti deriva direttamente dal sistema alimentare globale. Carnefice, ma anche vittima, in quanto la produzione di cibo è il primo settore a risentire gravemente di effetti quali siccità, desertificazione ed eventi climatici sempre più violenti. E dato che tutto è connesso, a cascata ci troviamo ad affrontare l’insicurezza alimentare in molti territori, migrazioni climatiche, sfruttamento dei lavoratori e un costante aumento di violenze.

Il perchè del cibo che costa poco

Questo è solo un esempio per riassumere cosa significhi un’attenta valutazione degli alimenti che portiamo in tavola. Molto spesso dietro al basso costo del cibo si nascondono retribuzioni misere per i lavoratori e i contadini; pratiche di produzione che rendono infertile il suolo; metodi di trasformazione che, processando chimicamente materie prime scadenti, risultano nocivi per la nostra salute.   

Per questo, e per molto altro ancora, Slow Food e l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo hanno da poco lanciato una mobilitazione per chiedere al Governo italiano che l’educazione alimentare possa rientrare come insegnamento obbligatorio all’interno delle scuole di ogni ordine e grado. Sono convinto che questa iniziativa trovi l’appoggio di tutte quelle persone che hanno a cuore il bene delle comunità e la salute del Pianeta. Chiedo dunque di poter supportare questa campagna leggendo, firmando e condividendo l’appello Conoscere per scegliere ”.

Solo mettendo in mano alle giovani generazioni corrette conoscenze e sana consapevolezza potremo garantire loro un futuro meno incerto e avviare una nuova era che in molti stanno già identificando con il nome di Transizione Ecologica.

Carlo Petrini
Nato a Bra, in provincia di Cuneo, nel 1949, Carlo – ma per tutti è Carlin – Petrini è fondatore e presidente internazionale di Slow Food . Ha ideato il Salone del Gusto di Torino, la rete di Terra Madre e l’Università delle Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Nel 2013 ha ricevuto dall’UNEP (Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente) il premio Campione della Terra. Tra i suoi libri, “Terra Madre. Come non farci mangiare dal cibo” (Giunti-Slow Food) e “Un’idea di felicità” (Guanda-Slow Food) con Luis Sepùlveda.