LE DONNE NELLE ORGANIZZAZIONI DI COMMERCIO EQUO

CAMBIARE IL MONDO, UNA DONNA ALLA VOLTA

L’impegno di cooperazione internazionale di Mandacarù Onlus e Altromercato: garantire il rispetto delle lavoratrici e dei lavoratoripromuovendo anche la cultura della parità di genereattraverso programmi di formazione e sensibilizzazione

Quasi 98 milioni di ragazze nel mondo non hanno accesso all'istruzione. Indipendentemente dal fatto che le loro barriere scolastiche siano geografiche, finanziarie o culturali, queste ragazze sono destinate a guadagnare in media la metà del salario delle loro controparti istruite, hanno maggiori probabilità di sposarsi prima dei 18 anni e hanno un rischio maggiore di contrarre malattie.

Come se non bastasse, la maggior parte delle persone più povere del mondo sono donne. A livello globale, 700 milioni di donne non ricevono alcuna retribuzione per il loro lavoro.

E sono ancora le donne che sopportano in modo sproporzionato il peso del lavoro di assistenza a bambini, malati e anziani e che affrontano quotidianamente discriminazioni ed esclusione. 

Ma quando dispongono delle conoscenze e delle competenze necessarie per essere coinvolte nel commercio, hanno il potere di plasmare un futuro migliore per sé stesse, le loro famiglie e le loro comunità.

Ed è proprio su questo che si fa affidamento in Altromercato e Mandacarù Onlus, che fin dalla loro nascita hanno avuto l’obiettivo di apportare cambiamenti positivi nella vita di tante persone, di cui molte, se non la maggior parte, sono donne.

Alcune organizzazioni di Commercio Equo sono nate proprio per lottare per i diritti delle donne e innescare processi di emancipazione nelle proprie comunità.
È la parte più importante dell’impegno di cooperazione internazionale di Mandacarù Onlus e Altromercato: garantire il rispetto delle lavoratrici e dei lavoratoripromuovendo al contempo anche la cultura della parità di genere, attraverso programmi di formazione e sensibilizzazione.

 

IN PALESTINA, PARC

L’altissima partecipazione femminile nelle organizzazioni di Commercio Equo e Solidale fa delle donne le protagoniste di incredibili storie di cambiamento. Una di queste, a cui vogliamo simbolicamente dedicare l’8 marzo 2021, è quella di Parc Palestina (Palestinian Agricultural Relief Commitee).

Vivere e lavorare nei territori palestinesi è estremamente difficile e incerto; libertà, mobilità di persone e cose, lavoro, infrastrutture e piantagioni, sono limitati da incursioni e soprusi. 

PARC è una delle più importanti ong palestinesi, impegnata in programmi di sviluppo fondati sulla promozione della produzione agricola. 

È stata fondata nel 1983 da un gruppo di agronomi, come risposta al deterioramento dell’attività agricola nella valle del Giordano e nella West Bank, occupate dall’esercito israeliano. Gli agronomi si rivolgevano agli agricoltori poveri e marginalizzati dell’area, offrendo loro la propria consulenza professionale. 

Fin da subito decise di puntare sulle donne, confinate nelle case o nelle immediate vicinanze e prive del sostegno economico degli uomini, in larga misura morti, imprigionati o costretti ad emigrare. 

Durante l’Intifada (’90) molte donne palestinesi furono costrette a rimanere nelle case per mesi, a causa del coprifuoco imposto dagli israeliani; la maggior parte di queste donne vivevano da sole con i bambini; si rendeva indispensabile per la sopravvivenza delle famiglie trovare un’occupazione che potesse generare un reddito stando a casa o nei dintorni dell’abitazione: fu in questo contesto che nacque l’idea della produzione del couscous.

L’appoggio che Parc garantisce alle donne palestinesi passa anche attraverso la fornitura di credito, assistenza tecnica, controlli di qualità, formazione, ecc. La situazione dei lavoratori palestinesi, come è risaputo, non è certo facile: l’economia palestinese è letteralmente soffocata a causa della chiusura imposta dall’occupazione israeliana di Gaza e della West Bank. Migliaia di lavoratori sono impossibilitati a raggiungere i propri posti di lavoro in Israele e nella parte araba di Gerusalemme Est, si stima che la disoccupazione raggiunga una percentuale vicina al 55%. Le possibilità di scambi commerciali sono estremamente ridotte. In questo contesto, il ruolo delle cooperative assume una particolare importanza, sia perché garantisce una fonte di reddito di cui le famiglie hanno fortemente bisogno, sia perché contribuisce alla sopravvivenza dell’economia palestinese attraverso lo sviluppo della produzione locale e di attività di esportazione.

Parc incoraggia le donne delle aree rurali a mettere in piedi delle attività produttive che possano garantire un’ulteriore e preziosa fonte di reddito per le loro famiglie, oltre che una posizione migliore all’interno della società per loro stesse.  Le donne ricevono una formazione specifica riguardo alla lavorazione di prodotti alimentari come marmellate, sottaceti, miele, olive, erbe aromatiche e couscous. Infine, le donne vengono coinvolte nella gestione della cooperativa, diventando progressivamente autonome non solo a livello produttivo, ma anche amministrativo e di marketing. I prodotti, lavorati artigianalmente, sono venduti sia sul mercato locale che all’estero. Il grano usato per la produzione del couscous è coltivato nei villaggi dove hanno sede le cooperative o nelle vicinanze.

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