LE FAMIGLIE COOPERATIVE, AL CENTRO DELLE COMUNITÀ
Le Famiglie Cooperative con i loro negozi su tutto il territorio hanno svolto una funzione fondamentale nel momento dell’emergenza, garantendo la spesa vicino casa e la consegna a domicilio. Veri e propri presidi sul territorio che svolgono da sempre anche un ruolo sociale, oltre che commerciale ed economico
Quando il 9 marzo scorso è iniziata la serrata, il cosiddetto lockdown, tutto si è fermato e ogni nostra abitudine è cambiata, compresa quella della spesa.
I negozi della Cooperazione di consumo, grandi e piccoli, presenti in modo capillare su tutto il territorio, sono stati improvvisamente riscoperti e la loro attività è tornata ad essere riconosciuta preziosa e indispensabile, un po’ per tutti.
In quei momenti in cui tutti abbiamo iniziato a dover stare chiusi in casa, uno dei bisogni fondamentali è stato quello dei rifornimenti alimentari: servivano negozi dove far la spesa vicino casa e in ogni piccola località, per evitare il contagio con spostamenti nei grandi centri di fondovalle.
Ci si è resi conto allora che la grande, centenaria, rete delle Famiglie Cooperative era già lì, attiva e diffusa su tutto il territorio, storicamente appartenente alle comunità stesse, perché espressione della cittadinanza, nata dai bisogni delle persone, rimasta nel tempo tale e per questo riconosciuta punto di riferimento nel momento del bisogno.
Una rete sempre vitale e attuale, perché difesa dalle Famiglie Cooperative e dal loro consorzio Sait, pur con qualche sacrificio nei casi dei piccoli negozi, e molto amata dalle persone che la conoscono e frequentano perché vi si trova tutto ciò che serve, a cominciare dai prodotti freschi, proprio vicino a casa, e quasi allo stesso prezzo in ogni negozio: le variazioni sono veramente minime, perché l’obiettivo è quello di offrire anche risparmio (grazie alla forza del sistema della Cooperazione di consumo trentina) e nonostante la distanza dai grandi centri: basta far bene i conti e i confronti.
Così le tantissime nuove richieste di servizio sono arrivate alle Famiglie Cooperative da parte delle persone, ma anche dai sindaci dei Comuni che hanno appunto chiesto alla Cooperative di occuparsi di questo fondamentale servizio per la comunità: offrire rifornimenti alimentari a tutti, e contemporaneamente evitare il contagio.
L’emergenza ha portato una vera rivoluzione. Immediatamente, in ogni valle e in ogni paese, i responsabili e gli addetti delle Famiglie Cooperative, con generosità, coraggio, spirito di servizio e solidarietà si sono attivati per cercare di rispondere ai nuovi bisogni che stavano emergendo. Il servizio del negozio andava riorganizzato in base alle norme previste per evitare il contagio e per soddisfare una clientela diventata più numerosa; in più era necessario un servizio di consegna a domicilio per un pubblico molto più ampio rispetto a quello abituale.
A supportare la rete dei negozi, nei rifornimenti continui e nei servizi, c’è stato il consorzio delle Famiglie Cooperative, il Sait, che a sua volta aveva provveduto a riorganizzare la propria filiera – dalla logistica al magazzino – per evitare problemi nell’approvvigionamento dei negozi.
Un nuovo modo di fare la spesa è stato approntato, costruito sulla base delle nuove regole per evitare il contagio, che hanno aumentato di molto la complessità delle condizioni di lavoro dei responsabili e degli addetti nelle Famiglie Cooperative: ingressi in negozio contingentati, distanze da rispettare, guanti, mascherine e schermi, sanificazione; e poi le molte consegne a domicilio, per limitare gli ingressi e gli assembramenti nelle code per entrare e nei negozi, ma anche per assicurare i rifornimenti alle persone a rischio o in quarantena, che da casa proprio non potevano muoversi (come avrebbero fatto, altrimenti?).
E con le richieste, in moltissimi casi, sono arrivate anche le offerte di aiuto di quanti hanno cercato di dare il proprio contributo: associazioni, istituzioni, alpini, vigili del fuoco, volontari, semplici cittadini. Le Famiglie Cooperative si sono dimostrate, anche in questa terribile emergenza, straordinari attivatori delle risorse del territorio, ponendole in collegamento e collaborazione, valorizzando le capacità di ciascuno, moltiplicandone l’efficacia.
Roberto Simoni, presidente di Sait, ha sottolineato in quei primi giorni come le Famiglie Cooperative fossero uno snodo fondamentale per affrontare l’emergenza: “in questo momento così complesso il lavoro nei punti vendita è fondamentale per la tenuta delle nostre comunità, non solo perché soddisfa bisogni primari come quelli alimentari, ma perché dà sicurezza e rassicura. Mai come oggi le Famiglie Cooperative si stanno dimostrando un presidio territoriale di prossimità”.