LOTTA AI RINCARI: L’IMPEGNO DI SAIT, COOP, ETIKA CONTRO L’INFLAZIONE E L’AUMENTO DEI PREZZI
Etika: risparmio, solidarietà e rispetto dell’ambiente
Il risparmio sulle bollette, i tanti progetti per tutta la comunità, il rispetto per l’ambiente. Un progetto promosso da Sait, nato con le Famiglie Cooperative, cresciuto con la fiducia dei soci. Renato Dalpalù traccia un bilancio dei primi 5 anni di etika, l’energia sostenibile della cooperazione
Energia elettrica e gas sono due beni di valore per le famiglie, e lo sono in una duplice direzione: da un lato sono fondamentali per vivere bene nella propria casa, dall’altro perché impattano considerevolmente sui bilanci familiari.
Per questo da ormai molti anni il consorzio Sait è impegnato ad alleggerire il peso delle bollette: la prima convenzione con sconti esclusivi per i soci delle Famiglie cooperative risale al 2014. Nel 2016 questa convenzione è stata sostituita dall’offerta etika promossa da SAIT insieme ad altre organizzazioni del movimento cooperativo.
A cinque anni dal suo lancio, abbiamo chiesto a Renato Dalpalù, presidente del consorzio Sait, se è soddisfatto dei risultati raggiunti.
Direi più che soddisfatto, innanzitutto per il numero di soci che hanno scelto la nostra proposta. Da 11.000 contratti della precedente convenzione siamo passati ai più di 61.000. E penso abbiano fatto bene visto il risparmio che siamo riusciti a garantire.
Il cambio tra la prima convenzione con etika è stato motivato quindi dal volere garantire un maggior risparmio alle famiglie?
Certamente questa è una delle ragioni, ma non l’unica. Quando il consorzio Consolida con la cooperativa La rete sono venuti a parlarci di una bolletta solidale abbiamo intuito che potevamo fare di più, oltre che avvantaggiare i soci, in linea con la nostra missione potevamo contribuire concretamente a migliorare le comunità in due ambiti che la crisi del 2008 prima e la pandemia poi, hanno reso evidente a tutti essere prioritarie: l’ambiente e la coesione sociale.
Partiamo all’ambiente: ormai è risaputo che siamo di fronte ad una crisi ecologica che sta già impattando sulla vita delle persone. Cosa fa etika per affrontarla?
I soci che scelgono l’offerta etika utilizzano esclusivamente energia prodotta da fonti rinnovabili certificate. Ma questa in fondo è una scelta individuale, certamente auspicabile, ma che a volte dipende anche dalle disponibilità economiche delle famiglie. L’energia sostenibile infatti costa di più, ed è qui che siamo intervenuti con etika: innanzitutto scegliendo un partner come Dolomiti Energia, che non solo è una società trentina, ma è anche una delle aziende leader del settore dell’energia più impegnate sui temi della sostenibilità ambientale. Con loro abbiamo reso accessibile a tutti i nostri soci la scelta di tutelare l’ambiente: i clienti etika infatti non sostengono i costi legati all’uso di energia sostenibile. E questo vale fin dall’inizio per l’energia elettrica. Per il gas dallo scorso luglio anche la componente relativa al gas dell’offerta etika è diventata ecologica, grazie alla certificazione che compensa totalmente la CO2 prodotta dall’utilizzo del gas ad uso domestico.
Parliamo ora della dimensione sociale: quale è l’apporto di etika?
Anche qui abbiamo tenuto insieme il legittimo interesse individuale di risparmiare, con quello collettivo che è di vivere in una comunità in cui tutti stanno bene. Con etika sosteniamo progetti sociali, in particolare per le persone con disabilità, ma ad impegnarsi economicamente rispetto a questa scelta è Dolomiti energia che ogni anno versa 10 euro per ogni contratto in un Fondo solidale che in 5 anni ha raggiunto i 2,3 milioni di euro.
Ma chi decide come impegnare le risorse di questo Fondo?
Il gruppo dei partner si è vincolato a dedicarne almeno il 70% a progetti per sostenere la vita autonoma e indipendente delle persone con disabilità. Sulla qualità dei progetti ci siamo dotati di un Comitato scientifico con esperti di rilevo nazionale su questi temi, indipendenti dalle organizzazioni dei partner. Credo che investire socialmente in questo ambito credo sia stata una scelta in un certo senso coraggiosa: 5 anni fa non esisteva ancora la legge sul Dopo di noi, eppure erano tanti i genitori con figli con disabilità preoccupati per il loro futuro. Abbiamo deciso di puntare sull’innovazione di questo ambito grazie al consorzio Consolida che stava lavorando da alcuni anni sul tema dell’Abitare inclusivo. Le leggi che sono arrivate dopo ci dimostrano che abbiamo avuto ragione.
Concretamente qual è l’obiettivo di questi progetti?
Fa bene a chiedermelo, perché pur parlando di diritti sanciti a livello internazionale non è semplice capire per chi non le vive direttamente di cosa si tratti. Io l’ho capito ascoltando anni fa la storia di due genitori che raccontavano della loro fragilità e di quella dei loro figli. C’era Ottavio che parlava del figlio Alex adottato a 6 anni. Nato con una disabilità di tipo cognitivo, aveva sviluppato negli anni anche problemi di natura psichica che lo hanno portato più volte in ospedale nel reparto psichiatrico. Durante uno di questi ricoveri si sono create le condizioni per accogliere la domanda che da tempo faceva, ovvero la possibilità di avere una vita più autonoma al di fuori del contesto famigliare. Bisognava trovare una soluzione altrimenti sarebbe finito in istituto. Poi c’era Camilla mamma di Tiziano, 17 anni, nato con la sindrome di Down. Un ragazzo molto autonomo a cui il contesto famigliare ha iniziato a stare stretto. Mi ricordo che la madre disse che aveva capito che il dono più grande che poteva fare a suo figlio era permettergli di fare esperienza di vita autonoma non in situazioni di emergenza, ma con la possibilità di scegliere se e quando tornare da lei. Ecco i progetti di etika accompagnano gradualmente a questa autonomia.
Lei ha parlato di un 70% del Fondo dedicato a questi progetti, come vengono impiegate le risorse rimanenti?
Al di là dei costi di gestione, che sono molto contenuti grazie al fatto che tutti i partner mettono a disposizione del progetto personale e altre risorse, con quel 30% finanziamo altre attività sociali e iniziative a favore dei soci.
Sul primo fronte abbiamo fatto un importante investimento per contrastare la pandemia, ma abbiamo anche sostenuto progetti per le scuole, ad esempio per la prevenzione del bullismo. Per i soci invece abbiamo attivato servizi informativi e di facilitazione all’adesione, ma anche altri vantaggi sul fronte della tutela ambientale come gli sconti per l’acquisto di lampadine a basso consumo.
Insieme alle cooperative di consumo e a quelle sociali, nel gruppo c’è anche il mondo del credito e la federazione. Quale è il senso di questo allargamento?
L’intercooperazione ci rafforza: diventiamo più competitivi sul mercato dell’energia grazie al numero di clienti attuali e potenziali che rappresentiamo. Inoltre come gruppo siamo in grado di garantire una verifica continua del mercato tutelando così i nostri soci affinché le condizioni offerte siano nel loro complesso sempre vantaggiose.
In sintesi quindi potremmo dire che il successo di etika è determinato dalle sue caratteristiche e dal lavoro comune dei partner?
Sì, ma non è ancora tutto. C’è un ingrediente che non abbiamo ancora nominato e che forse è il più importante: la fiducia. La fiducia della prossimità la chiamerei, perché è quella che le persone ripongono nei punti vendita delle Famiglie Cooperative e nelle filiali delle Casse Rurali del loro territorio, che frequentano abitualmente e che sanno impegnate a garantire loro il meglio.