Convenzione Diritti Infanzia e Adolescenza
I diritti dei bambini compiono 25 anni
A Trento il 27 maggio “Diritti negli occhi”, una serie di eventi per festeggiare l’anniversario della Convenzione.
Il 27 maggio ricorre il 25° anniversario della ratifica della Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza da parte dell’Italia: una data particolarmente importante non solo perché la Convenzione rappresenta uno dei pilastri del diritto a livello mondiale, ma anche perché essa presuppone una vera e propria rivoluzione sul piano culturale. Le radici di questo documento vanno ricercate nel lungo dibattito sui diritti umani che ha seguito la seconda guerra mondiale, e nella consapevolezza crescente che i più piccoli hanno dei diritti che derivano dalla particolare posizione che occupano nella società umana.
La convinzione che bambini e ragazzi siano depositari di diritti specifici è piuttosto recente. Quando, il 10 dicembre 1948, l’assemblea delle Nazioni Unite approvava solennemente la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, la guerra era finita da soli tre anni, e il tema chiave era quello dell’universalità dei diritti fondamentali. All’indomani di una tragedia umana senza precedenti, le Nazioni Unite dichiaravano che “il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali e inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo”: un’affermazione di carattere universale che non era vincolante giuridicamente ma che fu il basamento sul quale poggiarono tutti i documenti successivi.
11 anni dopo veniva promulgata a New York la Dichiarazione Universale dei Diritti del Fanciullo: un evidente progresso, perché poneva l’attenzione sulla specificità dei bambini, ma quella dichiarazione rimaneva ancorata a una vecchia concezione, considerando il bambino primariamente come oggetto di tutela da parte del mondo adulto. Ci vollero altri 30 anni per giungere alla Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza: il 20 novembre 1989, nel 30° anniversario della Dichiarazione dei diritti del fanciullo, l’assemblea delle Nazioni Unite approvava un documento totalmente nuovo, che prevedeva la ratifica da parte di tutti i Paesi con l’adeguamento delle normative nazionali, era aperto alle modifiche attraverso protocolli aggiuntivi e, soprattutto, considerava tutte le bambine e i bambini e tutti gli adolescenti del mondo come soggetti di diritto: un passo avanti epocale che avviava una rivoluzione nonviolenta i cui frutti non sono ancora maturi.
Quattro i pilastri su cui poggia la Convenzione: il principio di non discriminazione (art. 2), che prevede che i diritti sanciti dalla Convenzione debbano essere garantiti a tutti i minori, senza distinzione di razza, sesso, lingua, religione, opinione del minore o dei suoi genitori, in qualsiasi luogo essi si trovino; un principio tutt’altro che scontato, in particolare in un tempo come il nostro, caratterizzato da forti conflitti e grandi flussi migratori. In secondo luogo il superiore interesse del minore (art. 3), secondo il quale in ogni legge, provvedimento, iniziativa pubblica o privata e in ogni situazione problematica, l'interesse di bambine, bambini e adolescenti debba avere la priorità. Il terzo pilastro è costituito dal diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo del bambino (art. 6); nel momento in cui ratificano la Convenzione, gli Stati devono impegnare il massimo delle risorse disponibili per tutelare la vita e il sano sviluppo dei bambini, anche tramite la cooperazione internazionale. Infine, l’obbligo di ascolto delle opinioni dei minori (art. 12), che prevede il diritto a essere ascoltati in tutti i processi decisionali che li riguardano, e il corrispondente dovere, per gli adulti, di tenerne in adeguata considerazione le opinioni. È chiaro quanto questi pilastri comportino una profonda rivoluzione culturale, sociale e giuridico, impegnando le comunità nelle quali i minori sono inseriti a riconoscerne pienamente i diritti e ad adeguare il proprio sistema normativo a tale riconoscimento.
Ma quanti sono i Paesi che hanno ratificato la Convenzione? tutti i Paesi del mondo l’hanno fatto (per ultima la Somalia, nel 2015), esclusi gli Stati Uniti che l’hanno sottoscritta ma non ratificata. Questa ratifica “universale” non è priva di ambiguità: in molti casi, infatti, alla ratifica corrisponde un adeguamento lento e parziale del sistema legislativo, e non segue quel riconoscimento dei diritti dei minori che la Convenzione prevede. Tuttavia, l’universalità del riconoscimento dei diritti dei minori rappresenta un cambiamento di paradigma molto importante. L’Italia ha riconosciuto subito l’importanza del documento, ratificandolo 25 anni fa, con la legge 176 del 27/5/1991.
In quanto documento aperto, la Convenzione prevede la possibilità di essere integrata con Protocolli aggiuntivi; oggi sono tre. I primi due, approvati dalle Nazioni Unite nel 2000 e ratificati dall’Italia nel 2002, riguardano l’utilizzo dei bambini soldato nei conflitti armati (nato dalla convinzione di dover porre argine all’utilizzo dei minori nelle guerre) e la vendita, la prostituzione e la pornografia rappresentante bambini; il terzo protocollo, sulle procedure di reclamo al Comitato dei 18 direttamente da parte dei bambini e dei ragazzi, è del 2011 ed è entrato in vigore quando lo ha ratificato il decimo Paese, il Costarica, nel 2014.
In ragione dei profondi cambiamenti di prospettiva che la Convenzione esige, la sua ratifica non rappresenta mai un atto conclusivo, quanto l’avvio di un processo di cambiamento. A “sorvegliare” sulla reale promozione dei diritti dei minori è chiamato il Comitato dei Diritti, un organismo internazionale previsto dalla Convenzione del quale fanno parte 18 membri (in carica 4 anni) di altrettanti Paesi. Il Comitato verifica quanto i singoli Paesi fanno per realizzare quanto previsto dalla Convenzione, raccogliendo informazioni dalla relazione che i governi devono presentare ogni 5 anni, e dalle Ong e dalle realtà che lavorano con i minori sul territorio.
Come per altre convenzioni internazionali (es. la Convenzione di Istanbul sulla violenza contro le donne o la Convenzione internazionale sui diritti delle persone con disabilità) il cammino è ancora lungo, sul piano culturale e su quello del diritto. In questa luce va letta l’approvazione, da parte del Consiglio d’Europa, della “Strategia per i diritti dei minori 2016-2021”, nella quale s’individuano 5 priorità: 1. pari opportunità per tutti i bambini e gli adolescenti e contrasto a povertà, disuguaglianza ed esclusione sociale dei minori; 2. promozione della partecipazione attiva dei minori in tutti gli ambienti nei quali vivono (famiglia, scuola, associazioni, istituzioni politiche); 3. vita libera dalla violenza per tutti i bambini e i ragazzi presenti in uno Stato, promuovendo un approccio integrato al problema che tenga conto della violenza domestica, di quella sessuale, delle nuove forme di violenza meno evidenti cui sono sottoposti i minori; 4. una giustizia a misura dei minori, che tenga conto delle specificità e del diritto all’educazione dei bambini e dei ragazzi; 5. l’individuazione dei diritti di bambini e adolescenti nell’ambiente digitale, una delle nuove frontiere sul piano educativo come su quello legislativo. Cinque piste per il futuro percorribili a una condizione: che la Convenzione venga promossa e attuata sul piano politico, conosciuta e fatta propria da coloro che lavorano con i minori, e soprattutto che sia considerata davvero patrimonio di tutti. Buona strada, dunque, a chiunque si metta in questo cammino!
di Alberto Conci
Diritti negli occhi
Per festeggiare insieme il 25° Anniversario della ratifica italiana della Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell’adolescenza, venerdì 27 maggio 2016 pomeriggio conclusivo del Progetto “Diritti negli occhi”, al Centro Servizi S. Chiara (Foyer Auditorium e Sala 3).
Mostra: “Io, io… e gli altri? I diritti e i doveri di tutti i bambini” (10 illustratori e 10 autori raccontano i diritti e i doveri dei bambini)
Mostra: La carta dei diritti all'arte e alla cultura (i 18 principi della Carta illustrati da disegnatori italiani e commentati in 5 lingue)
ore 15: Laboratori scuola (a cura di ACCRI) e incontro con i genitori
ore 17: Open Market: 5 finestre aperte sui principi della Convenzione e sul diritto di libera espressione (a cura di Associazione Agevolando, Forum Associazioni Famigliari del Trentino, Ist. Comprensivo Trento 5, Liceo Socio-Psico-Pedagogico A. Rosmini, Politiche Sociali Comune Trento)
Visita libera alle mostre, giochi e laboratori sui diritti e proiezione di “Ciack si gira. Un diritto al minuto”: la Convenzione in mini-corti realizzati dai bambini e dai ragazzi di 24 realtà educative della città di Trento (a cura del Tavolo TN 0-18)
ore 18.30: proiezione dei video partecipanti al concorso “Ma lo sai che? Suggerimenti per farci stare bene...” e proclamazione dei vincitori (a cura del Tavolo TN 0-18)
A seguire: conclusioni del percorso “Diritti negli occhi” (con le realtà che lo hanno ideato e sostenuto: Centro Servizi Santa Chiara, Agenzia per la Famiglia, Forum Ass. famigliari Trentino, Trento Città per educare, Tavolo Trento 0-18, ACCRI, Associazione Agevolando, Officina del Sorriso)