Al MUSE, Museo delle Scienze di Trento, dal 16 luglio

Storie di catastrofi. E di altre opportunità

Arriva “Estinzioni”, la grande mostra che rilegge il concetto di estinzione, per invitare tutti alla riflessione su una delle sfide più difficili del pianeta: il rapporto fra uomo e natura.

In che modo le estinzioni del passato hanno determinato i momenti specifici della storia della vita? Perché questi fenomeni possono essere letti sia come catastrofi ma anche come grandi sfide? Da un progetto di ricerca e divulgazione scientifica finanziato dal MIUR, al MUSE Museo delle Scienze di Trento il 16 luglio nasce Estinzioni, una grande mostra che rilegge il concetto di estinzione e definisce in modo netto il terreno di gioco sul quale si disputerà una delle sfide più difficili del pianeta: il rapporto fra uomo e natura.

Il termine “estinzioni”, oggi, ha un sapore particolarmente amaro. Guardando al passato, sappiamo quali sono le ragioni che hanno determinato, in momenti specifici della storia della vita, la scomparsa di milioni di specie: l’alterazione rapida degli ecosistemi su scala globale.

Solo recentemente abbiamo però sviluppato la consapevolezza del fatto che siamo alle porte della sesta estinzione di massa e che il principale attore di questo fenomeno è l’uomo. Con le nostre azioni, negli ultimi decenni siamo riusciti ad alterare in modo radicale i maggiori ecosistemi terrestri e oceanici, provocando un effetto non molto diverso da quello che avrebbe avuto l’impatto di un grande asteroide sulla Terra.

I dati a disposizione della scienza sono allarmanti: questa estinzione potrebbe essere molto più rapida delle precedenti, mettendo a dura prova le prossime generazioni. Nonostante ciò non siamo ancora riusciti rallentare questa folle corsa.

Grazie a ESTINZIONI, per la prima volta in un museo italiano sarà possibile rivivere la storia delle grandi scomparse del passato attraverso un percorso in cinque sezioni che affronterà il tema partendo dalla dimensione paleontologica, fino a prendere in considerazione il modello della “sesta estinzione di massa”, che attribuisce il ruolo principale all’azione dell’uomo. Da questo punto Homo sapiens diventa protagonista centrale in chiaroscuro, consapevole di sé e creativo, ma anche invasivo e “insostenibile”. L’uomo estingue megafaune, ma anche altri esseri umani.

Dalla maestosità dei dinosauri e degli ultimi grandi mammiferi il percorso si apre sul destino della più ingombrante delle scimmie: l’uomo.

In mostra si potranno ammirare preziosi reperti provenienti dalle collezioni di numerosi musei, dallo scheletro di un Diplodocus, lungo 13 metri, che accoglierà il pubblico all’ingresso della mostra, al mitico cranio Guattari, attribuibile a Homo neanderthalensis, preziosi mosaici di campioni paleontologici e ricostruzioni provenienti dalle collezioni MUSE. Repliche e reperti di vertebrati estinti o fortemente minacciati rintracciati nella collezioni italiane saranno illuminati da focus tematici che mescolano specie carismatiche e storie meno note, inseriti in una narrazione fatta di exhibit e installazioni interattive.

Al centro del racconto emergerà con forza un importante messaggio: siamo tutti chiamati in causa a gestire responsabilmente il futuro dell’umanità e del pianeta Terra.

MUSE

Corso del Lavoro e della Scienza, 3

Trento

Tel. 0461.270311

www.muse.it

Carta In Cooperazione 

I soci possessori di Carta In Cooperazione hanno diritto all’ingresso con tariffa ridotta alle mostre e alle visite al museo anche in tutte le sedi territoriali: Museo dell'Aeronautica Gianni Caproni (Trento), Giardino botanico alpino e 
Terrazza delle Stelle (Viote di Monte Bondone), Museo delle palafitte del Lago di Ledro (Molina Di Ledro).