ALIMENTARE L’UMANITÀ
Vandana Shiva a Trento: “liberare l’agricoltura e l’alimentazione dai veleni”
Le piccole realtà locali possono innescare il cambiamento
Si è tenuto venerdì alla sala della Cooperazione a Trento l'incontro con Vandana Shiva, scienziata, ecologista, attivista e scrittrice indiana, promosso dall'associazione L'Ortazzo per festeggiare il decennale di attività.
Nota in tutto il mondo per il suo lavoro in difesa della biodiversità, dei diritti dei contadini e delle donne, Vandana Shiva sta compiendo un tour in Italia con Navdanya International, l'organizzazione di cui è presidente, dal titolo "Per un’alimentazione e un’agricoltura libera da veleni".
Nel suo discorso presso la Sala della Cooperazione , seguito da quasi 500 presenti, Vandana Shiva ha richiamato l'urgenza su una scadenza che ci riguarda tutti: “Non abbiamo mai avuto una situazione del genere nella storia dell’umanità, sappiamo esattamente cosa succederà fra 100 anni ma per cambiare rotta, per evitare la nostra stessa estinzione abbiamo solo 10 anni!
L’attuale epidemia di malattie cronicheè anche il risultato della diffusione di sostanze tossiche nei nostri sistemi alimentari. Siamo la prima generazione costretta a guardare i nostri figli ammalarsi più di noi, in particolare di cancro. Sappiamo che solo il 5% dei tumori è di origine genetica, il restante 95% è dovuto alla tossicità dell’ambiente circostante. Un rapporto delle Nazioni Unite ha stimato 200.000 decessi l’anno a causa dei pesticidi.
È stato chiesto a Vandana Shiva che cosa sia possibile fare in concreto, nella nostra piccola dimensione di cittadini e associazioni locali, per promuovere la democrazia della terra. La risposta dell'attivista è partita dall'alimentazione: “Noi siamo il cibo che mangiamo. Cibo che o distrugge la nostra salute o ci nutre. Credo che la connessione fra produzione e consumo del cibo sia il luogo in cui ritorniamo a curare la terra e a reclamare la nostra libertà. Noi non siamo consumatori, siamo parte della rete alimentare, possiamo scegliere e allora mangiare diventa un atto politico. Di sicuro è un atto economico perché ciò che mangiamo sostiene un sistema o l’altro. Non sapere cosa stiamo mangiando non significa solo vivere nella peggiore ignoranza, significa essere schiavi. Anche le piccole realtà locali possono innescare il cambiamento: tutto ciò che vive inizia nel piccolo, il cibo inizia con un seme che è molto piccolo. Abbiamo circa 100 trilioni di batteri nell’intestino che cooperano creano tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Se ci pensiamo come un batterio nell’intestino capiamo che come comunità abbiamo reale potere.
Le regioni più piccole, come la vostra, hanno migliore capacità di successo nei momenti di transizione perchè le persone hanno la possibilità di lavorare insieme molto più da vicino. Ognuno di voi si chieda come vorrebbe vedere il Trentino fra due anni e cosa deve fare per promuovere quel cambiamento”.
Da dieci anni l'associazione l'Ortazzo lavora nell’alta Valsugana e Altopiano della Vigolana per promuovere questo cambiamento attraverso incontri, laboratori e iniziative rivolte alle buone pratiche agricole, orticole ed alimentari. Al fianco del L'Ortazzo hanno promosso la serata anche l'Associazione Donne in Cooperazione e Trentino Arcobaleno .
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