ETIKA: CON LE SCUOLE, CONTRO IL BULLISMO

Grazie a etika, l’offerta luce e gas della Cooperazione Trentina con Dolomiti Energia, in tutti gli Istituti Comprensivi di Trentoavviato il percorso di certificazione per prevenire e contrastare il bullismo. Trento sarà la prima città italiana con tutte le scuole certificate

Il 22,3% degli studenti nello scorso anno scolastico è stato vittima di bullismo da parte di compagni e l’8,4% ha subito episodi di cyberbullismo. Una percentuale non trascurabile dichiara di aver subito di prepotenze basate sul pregiudizio: background migratorio, omofobia, disabilità. Sono questi alcuni dei dati che emergono dal rapporto di monitoraggio compiuto dal Ministero dell’Istruzione attraverso la piattaforma Elisa, cui hanno partecipato 314.500 studenti e più di 46.000 insegnanti. A proposito di questi ultimi, l’indagine rileva che hanno una percezione diversa rispetto a quella degli alunni per quanto riguarda la frequenza del fenomeno (per i docenti è più bassa).

Partendo da queste considerazioni, già nel 2020 etika, l’offerta luce e gas della Cooperazione trentina con Dolomiti Energia, aveva deciso di finanziare il percorso di certificazione in tre scuole trentine. I buoni esiti di quell’esperienza pilota, fanno sì che oggi tutti gli Istituti Comprensivi della città di Trento abbiano avviato lo stesso percorso.

Il progetto che coinvolgerà quasi 6.500 studenti, è ancora una volta sostenuto da etika insieme all’Assessorato Istruzione e Cultura della Provincia autonoma di Trento.

 

IL PERCORSO CERTIFICATIVO

La rete degli Istituti Comprensivi di Trento si è unita per condividere una politica virtuosa a favore della prevenzione e mettere in campo le azioni indispensabili a creare ambienti accoglienti in cui ciascuno si senta sicuro e protetto, come ad esempio la sorveglianza nei momenti di pausa, le modalità di segnalazione di eventi di prevaricazione, la tempestività delle azioni educative da intraprendere. Lo faranno, accompagnati da Agenda 21, attraverso un percorso che utilizza la prassi di riferimento UNI/PdR 42:2018, documento pubblicato da UNI come previsto dal Regolamento UE n.1025/2012.

Questo sistema permette di individuare e adottare tutti i principi e le precauzioni per la lotta al bullismo e al cyberbullismo, partendo dall’analisi dello specifico contesto di ogni scuola. In questa analisi una parte molto importante sarà l’ascolto degli studenti che già nell’esperienza pilota del 2020 avevano offerto letture significative per approntare politiche e strumenti di prevenzione e contrasto efficaci. Era emerso, ad esempio, che il bullismo si concretizza soprattutto nel percorso casa-scuola a piedi o sui mezzi di trasporto, ma anche nei corridoi, in mensa e in classe. Gli studenti delle scuole della città attraverso un questionario anonimo diranno come percepiscono il bullismo, qual è il loro livello di conoscenza del problema, ma anche l’eventuale presenza all’interno della scuola di situazioni problematiche. 

L’analisi di contesto sarà seguita da una definizione della politica antibullismo, da un piano di vigilanza, da un regolamento e soprattutto da un piano di formazione esteso a tutto il personale scolastico, sia docente che ausiliario. La formazione sarà multidisciplinare, in modo tale da toccare almeno i seguenti ambiti: didattico, educativo, relazionale (con particolare riferimento alla gestione del conflitto ed alla capacità di negoziazione), psicologico, medico e legale.

Il percorso, che comprende audit interni, si concluderà con la verifica esterna di un ente terzo accreditato per attestare la rispondenza del sistema adottato a quanto previsto dalla prassi e, in caso di conformità piena, il rilascio a ciascun singolo istituto della certificazione secondo la prassi UNI/PdR 42:2018.

Nell’accompagnare i percorsi di crescita di bambini e ragazzi è sempre fondamentale l’alleanza scuola-famiglia, lo è ancora di più di fronte a situazioni che possono causare sofferenze. Per questo il progetto prevede, a partire dall’operazione di ascolto, il coinvolgimento delle famiglie, ma anche la comunità sarà chiamata a dare il proprio contributo: è noto, infatti, che i bulli esistono anche perché una comunità viene meno rispetto al proprio compito di sostegno, accompagnamento, supporto a chi ancora non è in grado di farsi riconoscere ed interagire con le giuste competenze di cittadinanza.