EVITARE GLI SPRECHI: 3 COSE DA SAPERE SULLA DATA DI SCADENZA DEGLI ALIMENTI

08/11/2022

In Europa, il 10% degli sprechi alimentari è attribuibile a un’interpretazione sbagliata delle diciture presenti sulle etichette dei prodotti

Negozi e produttori usano diciture diverse per comunicare la data massima di conservazione del cibo confezionato. Spesso però, le date sulle etichette non sono legate al deterioramento degli alimenti, ma indicano piuttosto la data entro cui quel determinato prodotto è in grado di mantenere inalterate le sue caratteristiche. Conoscere i termini di scadenza, permette quindi di evitare sprechi alimentari e salvare il cibo perfettamente buono.

 

1. “Da consumarsi preferibilmente entro”

La differenza tra “da consumare entro” (Data di Scadenza) e “da consumarsi preferibilmente entro” (Termine Minimo di Conservazione) è molto sottile e crea spesso confusione.

Eccola spiegata in breve: se un prodotto ha superato la Data di Scadenza, può costituire un rischio per la nostra salute. Se, invece, è stata semplicemente superata la data dopo la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro”, il prodotto non costituisce un rischio per la nostra salute ma potrebbe iniziare a perdere gradualmente alcune proprietà organolettiche come aroma, fragranza e gusto.

 

2. Aspetto, odore e gusto

Prima di buttare via un prodotto che ha superato il termine minimo di conservazione, ovvero la data indicata dopo la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro”, dovremmo provare a farci 3 domande.

Il mio prodotto ha lo stesso aspetto di sempre? Ha un buon odore? Ha lo stesso gusto di sempre? Se la risposta a queste 3 domande è sì, allora il nostro prodotto è semplicemente buono come sempre.

 

3. Entro quanto sono ancora buoni

Yogurt e latti fermentati Coop, ad esempio, possono essere conservati tranquillamente anche dopo 4 o 5 giorni dall'indicazione “preferibilmente entro...”, se correttamente conservati e valutati secondo le caratteristiche di aspetto, odore e gusto.