CIBO E SALUTE

Frutta e verdura: ogni giorno cinque porzioni

La verdura deve accompagnare i pasti principali mentre la frutta, oltre a concluderli, potrebbe alternare o sostituire altri spuntini.

Sembra che i danni causati dalle difficoltà economiche degli ultimi anni abbiano coinvolto negativamente anche i consumi alimentari degli italiani e che la ridotta capacità di acquisto abbia portato a ridurre non solo il consumo delle proteine e dei grassi di origine animale, aspetto sul quale si potrebbe e dovrebbe concordare, ma anche il consumo di verdure e frutta.

Abbiamo vanificato lo slogan delle cinque porzioni da consumare ogni giorno, sottovalutando il valore “protettivo” dei vegetali: sia per l’apporto di vitamine, minerali, ma anche di fibre e molecole antiossidanti, sia per il minore impatto calorico sulla razione alimentare di una popolazione troppo sedentaria e perciò in sovrappeso.

Purtroppo, tendiamo a trasferire sui cibi e sulle industrie alimentari le colpe del nostro “stile di vita” definendo ingrassanti anche delle mini-porzioni di pane e pasta. Abbiamo dimenticato che gli agricoltori italiani sono sopravvissuti alla fatica e alla miseria di altri tempi con un’austerità alimentare basata però su altissimi consumi di carboidrati complessi: pane, pasta, polenta, riso, patate e soprattutto verdure in abbondanza e di ogni tipo. Oggi, troppe famiglie hanno tagliato la spesa proprio nel settore verdura e frutta, ritenendolo erroneamente quasi voluttuario!

Riguardo poi alle 5porzioni giornaliere, tra frutta e verdure fresche, invocate dagli esperti, va precisato che il concetto di porzione varia da paese a paese e in Italia un normale ristorante serve contorni di verdure più abbondanti rispetto agli analoghi locali nord-europei. Le raccomandazioni delle “Linee Guida per una sana alimentazione italiana” precisano che una porzione di frutta è di circa 150 g al netto (un’arancia o una mela o due mandarini, due albicocche, ecc.); per le insalate la porzione “pulita” è di almeno 50 g, per gli ortaggi 250 g (un finocchio o due carciofi).

Al di sopra di questo minimo non ci sono pericoli nutrizionali (salvo per i colitici, che hanno specifiche controindicazioni personali) ma al di sotto bisognerà rivedere le proprie abitudini perché gli studi epidemiologici ormai lo impongono, almeno a chi ha il buonsenso di fare prevenzione.

L’informazione nutrizionale è ancora troppo accentrata sulle proibizioni, piuttosto che sui consigli protettivi. Personalmente, diffido delle forzature veganiche ma non si può ignorare che le Società Scientifiche competenti propongono un ragionevole incremento di verdure e frutta in cambio di un maggiore autocontrollo (non certo proibizioni!) nel consumo di proteine e grassi animali con un tetto anche per zuccheri e dolciumi.

In conclusione, soprattutto per chi non ha la voglia o il tempo (ma bisogna trovarlo!) per camminare almeno mezzora tutti i giorni, la verdura deve accompagnare i pasti principali mentre la frutta, oltre a concluderli, potrebbe alternare o sostituire altri spuntini notoriamente graditi ma ipercalorici.

Eugenio del Toma, presidente onorario dell’Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica