IMBALLAGGI LEGGERI: PREZIOSE RISORSE, DA DIFFERENZIARE E RICICLARE
Vetro, plastica, alluminio e banda stagnata: sono materiali provenienti da risorse non rinnovabili che grazie alla raccolta differenziata possono essere riciclate. Ecco come funziona (bene) in Trentino
A distanza di tredici anni dall’articolo pubblicato su questa rivista nel marzo 2006, siamo tornati a visitare l’impianto Ricicla Trentino 2, per rinfrescarci la memoria sulla raccolta differenziata degli imballaggi, e aiutare i nostri lettori a farlo. È infatti qui che convergono tutte le raccolte differenziate del Trentino, per quanto riguarda gli imballaggi di vetro, plastica, alluminio e banda stagnata. In altre parole, ogni bottiglia di vetro, scatoletta del tonno, lattina da bibita o vaschetta della verdura in polistirolo, che nelle case vengono correttamente differenziati, finiscono qui.
Ad accoglierci in questo stabilimento, situato nella zona industriale ovest di Lavis, è Alessandro Cavagna, oggi come allora responsabile dell’impianto. Nel corso di tutto il nostro colloquio, oltre ad una grande competenza, traspare una grande passione per un tema, quello dei rifiuti, che per molti è soprattutto una scocciatura. Come abbiamo avuto modo di scrivere già tredici anni fa infatti, per i cittadini era senz’altro molto più comodo buttare tutto nello stesso bidone, senza doverci fare grandi ragionamenti.
Il rovescio di questa medaglia era però il fatto che un vero giacimento di materie prime veniva sotterrato in discarica, con un grandissimo spreco di risorse non rinnovabili.
UN VERO GIACIMENTO DI RISORSE
Questo impianto, come gli altri 25 simili diffusi in tutta Italia, ha proprio la funzione di “trasformare” il risultato dei nostri sforzi di differenziazione, in materie pronte per le industrie che li riciclano, che hanno bisogno di materiale omogeneo e senza impurità: i camion che entrano portano dentro il contenuto delle raccolte differenziate di imballaggi, quelli che escono portano fuori cassoni di solo vetro o grandi “balle” composte di sole bottiglie di plastica in Pet, o di sole lattine in alluminio, o di sole pellicole di nylon, materiali che saranno poi ulteriormente puliti e lavorati dalle aziende che riciclano questi materiali.
La premessa alla nostra chiacchierata con Cavagna è chiara: la situazione della raccolta differenziata in Trentino è molto buona. Le percentuali di differenziazione sono alte e la qualità è per lo più buona. Inoltre, la capacità di gestione del “mondo rifiuti” è tale, che anche in una occasione straordinariamente impegnativa come l’adunata degli alpini del 2018, il Comune di Trento e Dolomiti Ambiente sono riusciti a mettere in piedi un sistema di raccolta differenziata, che ha raggiunto quantità e qualità tali da meritare un premio dal Corepla, il consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero della plastica.
LA SELEZIONE MANUALE FA LA DIFFERENZA
In questo quadro generale positivo ci sono però ancora ulteriori margini di miglioramento, e la riduzione della percentuale di impurità nella raccolta differenziata del Comune di Trento , ottenuta grazie alla apposizione di un codice personale sui “sacchi blu” della raccolta degli imballaggi leggeri, dimostra che questi miglioramenti sono effettivamente possibili.
All’impianto di Lavis arrivano ogni giorno circa 90-100 tonnellate di imballaggi, con un picco di 120-130 tonnellate al giorno nel periodo natalizio, quando non solo i trentini producono più rifiuti, ma la popolazione del nostro territorio aumenta notevolmente per la presenza dei turisti.
All’interno dello stabilimento funzionano due linee, una dedicata al multimateriale, l’altra alle sole plastiche. Nella prima, grazie ad un complesso sistema di vagli rotanti (una specie di centrifuga dove i materiali più pesanti vengono separati per caduta), aspiratori (che tolgono i materiali più leggeri) ed elettrocalamite, vengono separati vetro, lattine, bande stagnate e plastiche. Nel secondo, attraverso vibrovagli (dei grandi setacci che vibrano) e lettori ottici, vengono separati i vari tipi di plastica.
Nonostante la componente meccanica sia imponente e ad alto contenuto tecnologico, essa viene integrata da una notevole e importantissima componente umana. È la selezione manuale che garantisce la qualità del prodotto finale, cioè l’omogeneità delle balle di materiali e l’assenza di impurità, ed essendo questo il parametro più importante di tutto il processo, è il lavoro delle persone a fare la differenza. Là dove il lettore ottico può sbagliare o il vaglio rotante fornire risultati approssimativi, è solo l’attenzione dell’operatore che può garantire il migliore risultato. E naturalmente l’attenzione dei cittadini può aiutare molto il lavoro degli operatori.
COSA È IMBALLAGGIO E COSA NON LO È
Alla domanda specifica su quali sono i consigli per fare una migliore raccolta differenziata, la risposta di Cavagna è chiarissima: ricordarsi che negli imballaggi, in vetro, metallo o plastica che siano, ci possono andare solo gli imballaggi. Può sembrare una cosa banale, ma il fatto che per molti anni si sia parlato solamente di “plastica” e “vetro”, ha generato il malinteso che là dove si gettano bottiglie di plastica, vaschette in polistirolo e bottiglie di vetro, si possano buttare anche giocattoli in plastica, bicchieri o specchi. Ma non è assolutamente così. In quelli che correttamente devono essere chiamati “imballaggi leggeri”, ci possono andare solo gli imballaggi. Per capire se una cosa è o meno un imballaggio, basta porsi una semplice domanda: quando l’ho portato a casa dal negozio, volevo acquistare questo oggetto o quello che ci stava dentro? Risulta così evidente che il vasetto della marmellata e la bottiglietta dello shampoo li posso buttare negli imballaggi leggeri, mentre il vaso in vetro per i fiori e il righello di plastica, no.
QUANTO È POSSIBILE RICICLARE LA PLASTICA?
Un ultimo dato della nostra chiacchierata mette infine nella giusta luce il tema della raccolta differenziata delle plastiche: il 60% degli imballaggi in plastica non viene riciclato, ma viene bruciato in inceneritori dedicati. In pratica, solo i contenitori per i liquidi, le cassette per la frutta e il nylon vengono davvero riciclati, tutte le altre plastiche vengono bruciate per produrre energia, perché non se ne otterrebbero dei materiali utili.
Questo vuol dire che è comunque meglio mettere gli imballaggi di plastica nella raccolta differenziata, perché sotterrarli in discarica o bruciarli in inceneritori generici sarebbe peggio, ma anche che tutte le volte in cui si può evitare un imballaggio, è meglio evitarlo.
Consigli spiccioli
- i tappi delle bottiglie di plastica vanno lasciati sulle bottiglie, perché se gettati da soli, essendo molto piccoli, finiscono nel “sottovaglio”, cioè negli scarti che non vengono recuperati
- bottiglie e flaconi devono sempre essere svuotati prima di essere buttati. Una bottiglia di plastica con dentro qualsiasi liquido viene considerata scarto
- tutti gli imballaggi devono essere puliti prima di venire buttati, per ridurre gli scarti e per rendere migliore il lavoro di chi ci deve mettere le mani