“Nascere e crescere in Trentino”

LA SALUTE DEI PIÙ PICCOLI, BENESSERE DELLA COMUNITÀ

Il progetto “Nascere e crescere”: una rete di alleanze a sostegno della salute e del benessere dei più piccoli e delle famiglie

Il 7 settembre scorso la Giunta provinciale della Provincia Autonoma di Trento ha approvato l’accordo di collaborazione fra il Dipartimento della salute e l’Agenzia per la famiglia “Nascere e crescere in Trentino: azioni sinergiche per la promozione della salute e dello sviluppo dei bambini e delle famiglie”. La delibera “impegna i due soggetti ad agire congiuntamente nella progettazione, attuazione e valutazione di specifici progetti innovativi per la promozione delle buone pratiche di salute e sviluppo dei bambini, con attenzione prioritaria ai primi anni di vita”.

L’accordo prevede interventi che agiscano sulle basi degli stili di vita in famiglia, offrendo a tutti i genitori e agli operatori dei settori interessati occasioni di incontro e informazioni sulle buone pratiche per la promozione e il mantenimento della salute dei più piccoli e delle loro famiglie.

L’intesa poggia su numerosi studi che, a livello internazionale, sottolineano come gli investimenti in questo settore abbiano importanti ricadute a lungo termine, anche di tipo economico, e che sono ormai diventati il punto fermo delle politiche della salute e delle politiche sociali nelle società più avanzate.

In proposito meritano attenzione gli interventi per lo sviluppo del bambino (Early Child Developement, ECD) nella finestra dei 1000 giorni, in quel periodo cioè che va dalle prime settimane di vita intrauterina fino ai due anni, durante il quale è massima la plasticità cerebrale. Tali interventi, che comprendono non solo il controllo della salute familiare, ma tutti gli stimoli di carattere relazionale che circondano il bambino (il linguaggio, il gioco, la musica, il racconto, l’immersione nella natura e così via), sono fondamentali perché più alta è la qualità delle esperienze nei primi mille giorni, più si riducono i gap socioculturali fra i bambini negli anni successivi. Ciò significa non solo che ogni investimento in questo periodo migliora per tutti i bambini e le bambine le potenzialità della vita futura, ma anche che tale investimento avrà ricadute complessive sulla qualità della vita della stessa comunità.

 

LE INIZIATIVE

L’insieme delle iniziative e dei progetti che la delibera della Provincia prevede prende dunque le mosse dalla consapevolezza dell’importanza, per il futuro di un territorio e per lo sviluppo positivo di una società, dello sviluppo dei bambini, e impegna le Istituzioni pubbliche, l’Azienda sanitaria e i soggetti del terzo settore a promuovere progetti specifici. Nello specifico si prevede: il sostegno fra pari, con il progetto “Mamme peer, sostegno da mamma a mamma”, che può essere attivato da associazioni del territorio, gruppi di genitori, servizi consultoriali; le attività di informazione sulle buone pratiche per il corretto sviluppo delle bambine e dei bambini, che prevede fra l’altro anche la realizzazione di una guida on line ai servizi per le famiglie con i bambini; l’incentivazione di sani stili di vita, con la promozione del progetto Trentino salute +, che prevede fra l’altro lo sviluppo di tecnologie innovative per sostenere il miglioramento di stili di vita più attenti alla salute dei cittadini; e infine la diffusione sul territorio provinciale dei Baby pit stop (Bps), cioè di ambienti, spazi, luoghi accoglienti per la cura dei bambini, specialmente dei più piccoli, e per l’allattamento, promossi da Unicef in collaborazione con l’Azienda sanitaria sulla base della delibera del 18 novembre 2016.

Tutto questo presuppone anche un monitoraggio successivo, volto a verificare la ricaduta del protocollo Nascere e crescere in Trentino sulle relazioni familiari, interfamiliari e sociali. Un monitoraggio essenziale, soprattutto perché il successo del protocollo avrà enormi ricadute, a lunga scadenza, anche sul piano economico, come dimostrano ormai tutti gli studi sull’importanza delle politiche di prevenzione.

 

LA SALUTE DEI BAMBINI,

PATRIMONIO DI TUTTA UNA COMUNITÀ

Il valore aggiunto del protocollo, tuttavia, va ricercato nel respiro ampio che lo caratterizza.Non si tratta infatti unicamente di un accordo interno fra settori diversi dell’amministrazione provinciale che trovano fra loro occasioni per promuovere collaborazioni e sinergie, ma poggia sul riconoscimento che la salute dei bambini e la loro crescita sono un patrimonio di tutta una comunità. Per questo la Provincia si impegna fra l’altro a “promuovere nei territori nuove iniziative e progetti per favorire l’incontro, il confronto, l’informazione, l’orientamento e il sostegno rivolti a tutti i genitori e alle famiglie sulle buone pratiche, da attuarsi in sinergia con le associazioni familiari, i gruppi locali, il privato sociale, sostenendo e promuovendo la partecipazione dei genitori e delle famiglie nell’organizzazione e valutazione delle iniziative predette, in un rapporto di integrazione e complementarietà, nel rispetto delle reciproche specificità”. E, accanto a ciò, a “organizzare iniziative di informazione e formazione sulle buone pratiche precoci per la salute e lo sviluppo dei bambini rivolti a tutti i professionisti a contatto con i bambini, i genitori e le famiglie, rafforzando le opportunità di confronto e le collaborazioni transdisciplinari”.

 

SOSTEGNO ALL’ALLATTAMENTO

Questo percorso non nasce a caso, ma si inserisce in un lavoro che ha impegnato la PAT a rendere più esplicite ed efficaci le misure di tutela della salute dei minori in questi anni, con il percorso dell’Ospedale Santa Chiara di Trento riconosciuto “Ospedale amico dei bambini” nel 2014 e del successivo protocollo di intesa con il Comitato Italiano per l’UNICEF per la protezione, la promozione, il sostegno dell’allattamento della salute materno-infantile nel 2016. In quest’ultimo documento PAT e Unicef si impegnano a perseguire tre obiettivi.

Primo, “operare congiuntamente per diffondere e sostenere presso la Provincia Autonoma di Trento la partecipazione di tutte le strutture ospedaliere con punto nascita e dell’insieme delle strutture sociosanitarie territoriali all’Iniziativa OMS-Unicef ‘Insieme per l’Allattamento’, sviluppando una rete di Ospedali e una Comunità riconosciuta e impegnata nel percorso ‘Amici dei Bambini’ secondo gli standard di qualità già raggiunti dall'Ospedale S. Chiara di Trento”.

Secondo, “promuovere la conoscenza e il rispetto del Codice internazionale OMS per la Commercializzazione dei sostituti del latte materno e le successive risoluzioni pertinenti dell’Assemblea Mondiale della Sanità, valore etico e strategico per la protezione dell’allattamento, la corretta informazione dei cittadini e l’indipendenza professionale degli operatori”.

Terzo, “sviluppare le conoscenze e le competenze di tutti gli operatori sanitari a contatto con gestanti, mamme e bambini attraverso una formazione teorico-pratica continua e coerente con le raccomandazioni dell’OMS e dell’Unicef, favorendo l’inserimento di queste tematiche nei tirocini dei corsi universitari e nei documenti di programmazione della formazione degli operatori del sistema sanitario provinciale”.

Vanno letti in questo quadro di attenzione allo sviluppo dei minori anche il lavoro avviato dal Comune di Trento per il riconoscimento di Città amica dei bambini e degli adolescenti, e la sperimentazione di un progetto pilota nato dalla collaborazione fra il Comitato Provinciale dell’Unicef, il Dipartimento Salute e il MUSE, per il coinvolgimento delle istituzioni museali nell’attuazione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza attraverso le loro attività.

 

UNA RETE DI ALLEANZE

Un progetto quindi molto ampio, che punta a creare, si legge nella delibera PAT, “una comunità provinciale che pone realmente al centro i bambini e i loro genitori, che si prende cura della loro salute e del loro benessere in maniera sinergica, all’interno di una rete efficace di alleanze, sostenuta da politiche coordinate e intersettoriali”. E soprattutto un progetto impegnativo, al cui centro viene riconosciuta “l’attenzione particolare a coloro che sono in condizione di rischio o di svantaggio”.

Si tratta di un cammino per molti aspetti solo agli inizi, che pone obiettivi a lunga scadenza, ma potrebbe contribuire a migliorare ulteriormente il volto del nostro territorio nei prossimi decenni. E proprio per questo richiede la cura da parte di tutti, perché la qualità della vita di una comunità dipende anche dalla capacità di guardare al bene di chi riceverà da noi il mondo in eredità.