Domande entro il 10 febbraio
Orti insieme
Il Comune di Arco mette a disposizione 45 orti: nuovi luoghi di socialità, dove coltivare insieme il nuovo benessere. E altri 3 diventeranno orti sociali e didattici, mentre 2 saranno destinati a servizi e coltivazioni comuni e 2 a gruppi informali.
Sono sempre più numerosi, da alcuni anni a questa parte, gli orti urbani, o pubblici, o sociali: spazi di verde pubblico che vengono assegnati in gestione ai cittadini che ne fanno richiesta per coltivarli.
Si tratta di piccoli orti, ricavati da scampoli di terreni recuperati nelle città, spesso nelle periferie più immediate ai grandi centri. Sono spazi che l'Amministrazione comunale sceglie di destinare ad un uso che lega insieme socialità, benessere e riscoperta di un alimentazione più sana e attenta alla riduzione degli sprechi e alla sostenibilità; uno spazio nel quale sperimentare la collaborazione e la condivisione (anche dei raccolti); un luogo dove educare.
Ad Arco, al parco «Nelson Mandela» alle Braile, sono stati ricavati 52 nuovi orti pubblici, nell'ambito di un più ampio progetto che si propone appunto di fare di questo nuovo spazio verde un luogo di socialità, condivisione e benessere.
Dei 52 nuovi orti, 45 saranno presto affidati ai residenti che ne faranno domanda: 25 a persone che abbiano raggiunto i 60 anni di età (come già in passato per gli orti di via Torino), e, novità, 20 ai cittadini (maggiorenni) e alle famiglie.
Domande per l’affidamento degli orti vanno fatte entro il 10 febbraio, su apposito modello che si trova allegato al bando (nell'Albo pretorio informatico del Comune di Arco, www.comune.arco.tn.it) oppure all'Urp, al piano terra del municipio. Informazioni: tel. 0464 583607.
Il progetto di gestione degli orti pubblici è stato realizzato con l'associazione Andromeda, che ha attivato un apposito gruppo di lavoro costituito da Claudia Ferrari , facilitatrice di comunità, Angelica Polegato, formatrice, Vania Cappelletti, psicologa dell'età evolutiva, e Elisa Settin, architetto del paesaggio, con l'agroecologo Stefano Delugan. Redattore del progetto è l'architetto Stefano Maurizio.
Il parco «Nelson Mandela» è un grande spazio verde (circa 14 mila metri quadrati) sottratti all'urbanizzazione e destinati al verde, la cui realizzazione è avvenuta (dal 2005) con un processo partecipato che ha coinvolto scuole, associazioni, cittadini. Un progetto in divenire, del quale i nuovi orti urbani costituiscono un elemento centrale, in quanto centri di aggregazione di tante persone diverse.
Oltre ai 45 orti oggetto del bando, infatti – i quali già realizzano l'obiettivo di mettere in relazione generazioni diverse –,tre diventeranno orti sociali e didattici (saranno accessibili anche a persone con disabilità), due saranno destinati a servizi e coltivazioni comuni (ad esempio il compost, le erbe aromatiche) e due a gruppi informali.
«Quella dei nuovi orti pubblici è una iniziativa molto importante – spiega l'assessora alle politiche sociali Silvia Girelli – perché costituisce il centro pulsante del parco urbano. È importante spiegare la valenza ampia e articolata dell'iniziativa degli orti, in modo da coinvolgere più persone e associazioni possibile».
«Per noi il parco Nelson Mandela è un motivo di orgoglio – aggiunge Alessandro Betta – perché si tratta di un'azione ambientale di grande portata, uno spazio enorme destinato al verde e alla collettività. Ora con questo progetto e con altri lo stiamo facendo vivere; verso la coltivazione dell'orto c'è un interesse e una sensibilità crescenti, l'orto è uno strumento per sperimentare nuovi modelli di vita, per socializzare, per costruire comunità, per tessere rapporti, e per noi è un tassello fondamentale di un progetto ambientale più grande, ambizioso e innovativo, che avrà numerosi, ulteriori sviluppi».
«Quello che teniamo a chiarire è che si tratta di un progetto molto concreto, realizzato da persone che hanno tutte un'esperienza diretta in tema di orti pubblici e sociali – sottolinea Ginetta Santoni, presidente dell'associazione Andromeda – Il nostro lavoro ha come obiettivo il massimo coinvolgimento della cittadinanza, e la nostra associazione si fa tramite nel raccogliere le esigenze e le aspettative della comunità e nel fornire ad esse una risposta».
Infine, l'agroecologo Stefano Delugan: «In Trentino ci sono più di 15 tra orti sociali, didattici e solidali, grazie anche ad iniziative della Provincia che ha creato il progetto “Orti in rete”, coinvolgendo anche l'Alto Adige. Gli orti sociali devono essere aperti e calibrati sulla realtà sociale nella quale si trovano, sono progettati ad ambiti e dotati dei necessari servizi, dei quali alcuni sono condivisi, tutto per creare socialità, interazione, comunità, anche tra le diverse generazioni». (fonte: Come di Arco)