TEATRO DELLA MERAVIGLIA: IL LATO SPETTACOLARE DELLA SCIENZA
Torna il Festival di teatro che racconta la scienza. Protagonisti gli scienziati e gli artisti, l’arte e la ricerca: tra lezioni-spettacolo e veri e propri spettacoli teatrali. Per possessori di Carta in Cooperazione tariffa scontata (11€ invece che 13€)
Quarta edizione, dal 19 al 29 febbraio al Teatro Sanbàpolis, del Festival Teatro della Meraviglia (TdM), che continua il suo percorso di studio, analisi e proposta sul teatro che racconta la scienza. Oltre agli spettacoli, l’edizione 2020 del TdM dedica molta energia al mondo della ricerca dell’Università di Trento, per creare una connessione più forte fra la cittadinanza e il mondo della ricerca.
SEI LEZIONI-SPETTACOLO
In quest’ottica saranno ben sei le lezioni spettacolo, le “Augmented Lecture”, nate dalla collaborazione fra il TdM, i professori e ricercatori di UniTrento e sei artisti professionisti attivi sul territorio.
Il festival aprirà il 19 febbraio alle 20.30 con “Meraviglia, Lucrezio e noi” di Zeno Gaburro (Dipartimento Fisica) accompagnato dal musicista Enrico Merlin; a seguire la stessa sera ci sarà Rocco Scolozzi (Dipartimento Sociologia e Ricerca Sociale) con l’attore Giulio Federico Janni con “I futuri sono nostri e ce li coltiviamo noi!”.
Il 21 febbraio ecco “La biosfera, la famiglia e l’economia circolare: storie del quotidiano, ma guardando più lontano” di e con Luca Fiori (Dipartimento Ingegneria Civile, Ambientale e Meccanica) e con l’attore Giacomo Anderle; a seguire, la stessa sera, “La bellezza computazionale della Natura”, di Alberto Montresor (Dipartimento Ingegneria e Scienza dell'Informazione) e il musicista Carlo La Manna.
Il 27 febbraio, “Contronatura. Dalla cenere al fuoco” di Paolo Tosi (Dipartimento Fisica) accompagnato dall’attore e comico Mario Cagol; infine la stessa sera, il fisico Antonio Perreca sarà in scena con sua figlia, l’attrice Lucienne Perreca per la lecture “Lucienne, Perreca e le onde gravitazionali”.
Il 28 febbraio il festival si sposterà al Teatro Portland per una serata dedicata ad altri ricercatori dell’ateneo trentino, raccontati dai membri di Progetto Apollo, studenti universitari che si dedicano allo storytelling scientifico, con gli aneddoti personali e i dietro le quinte di alcuni fra i ricercatori UniTrento più interessanti. Non solo scienza quindi, ma vita vissuta, sogni, motivazioni, fallimenti e successi.
QUATTRO PRODUZIONI TEATRALI
Il 20 febbraio, “IncoScienza. Riflessioni scientifiche sull'Universo” di Carlo Costantino, con il duo comico I Papu (Ramiro Besa e Andrea Appi) che ci invita ad avvicinarci alla scienza con fiducia, divertendoci, e spiazzandoci su temi come il ruolo della scienza, le leggi naturali, la relazione micro-macro e la meccanica quantistica.
Il 22 febbraio l’attrice e autrice Giuliana Musso con “Qualcosa d’Invisibile - Concerto per theremin, pianoforte e parole” in scena con Leo Virgili (theremin) e Giovanna Pezzetta (pianoforte). Il theremin fu il primo strumento musicale elettronico e resta ancora oggi qualcosa di veramente meraviglioso: due antenne che generano un campo elettromagnetico, due mani che muovono l’invisibile, una mano muove i toni, l’altra l’intensità; non ci sono tasti, corde, chiavi, archi, pedali, solo mani sospese nel vuoto, una musica che nasce dall’invisibile e che assomiglia alla voce umana.
Il 26 febbraio uno spettacolo dedicato ad un personaggio unico: Nikola Tesla, “Il Funambolo della Luce”,di e con Ciro Masella e con Eugenio Nocciolini, Andrea Quercioli e Sebastian Scimè (oboe). Tesla è oggi un’icona della scienza moderna ma quando era in vita veniva considerato un pazzo da silenziare.
Il 29 febbraio la compagnia trentina Arditodesìo chiuderà il festival con la sua ultima produzione “Fly Me to the Moon”, spettacolo di Andrea Brunello (con Laura Anzani e Ettore Distasio, regia di Fabrizio Visconti) che ci porta nel fantastico mondo delle missioni Apollo e della corsa verso la Luna, ma senza celebrazioni gratuite: è il racconto di un uomo, una donna, la Luna e di un’ossessione che non si può calmare.
Durante il Festival saranno anche esposte nel foyer del teatro le opere di Arte Procedurale dei programmatori-artisti dell’Istituto Tecnico “Guglielmo Marconi” di Verona: la mostra “Estetica del Codice: Programmatori dell’Arte” – ulteriore tassello nella ricerca del Teatro della Meraviglia per unire arte e scienza – è la dimostrazione della sensibilità artistica di un programmatore, che crea arte non con tela e pennello ma con computer e codice informatico.
Il Teatro della Meraviglia è un progetto congiunto della Compagnia Arditodesìo, Teatro Portland, Opera Universitaria e Università degli Studi di Trento.
Info e biglietti: www.teatrodellameraviglia.it